Content uploaded by Ludovico Frate
Author content
All content in this area was uploaded by Ludovico Frate on Oct 20, 2017
Content may be subject to copyright.
Introduzione
Le invasioni biologiche da parte di specie non nati-
ve sono una delle cause più rilevanti di perdita di
biodiversità e alterazione degli ecosistemi su scala
globale (Sala et al. 2000, Ehrenfel 2003, Vilà et al.
2011). Le specie esotiche, quando assumono un com-
portamento di tipo invasivo, comportano una serie
di conseguenze negative sia sulla componente natu-
rale degli ecosistemi che sull’economia e sulla salute
umana (European Environment Agency 2013); basti
pensare che i problemi causati dalle specie invasive
vegetali comportano danni per oltre 3.7 miliardi di
euro ogni anno in Europa (Kettunen et al. 2009).
Tra gli ambienti più sensibili all’invasione di specie
non native ci sono sicuramente le dune costiere, do-
ve sono state censite numerose specie esotiche erba-
cee e legnose (Acosta et al. 2007, Celesti-Grapow et
al. 2010, Rejmánek et al. 2004) e sono state registrate
profonde alterazioni del suolo causate dall’accumulo
della loro lettiera (Isermann et al. 2007, Rodriguez-
Echeverria et al. 2011). Nello specifico, le dune co-
stiere in Italia sono particolarmente minacciate dalla
pressione antropica (Prisco et al. 2012, Acosta & Er-
cole 2015) e risentono fortemente del problema delle
specie esotiche invasive. Allo stesso tempo, molti
tratti della costa Italiana sono caratterizzati da un
elevato valore naturalistico e di biodiversità e, per
questo motivo, sono tutelati a livello nazionale ed in-
ternazionale attraverso la creazione di aree protette
incluse nella rete Natura 2000, istituita ai sensi della
direttiva Habitat (92/43/EEC - EEC 1992), che rappre-
senta uno degli strumenti Europei più efficaci in ma-
teria di tutela della biodiversità. Per questi motivi è
di fondamentale importanza studiare quali siano gli
effetti dell’invasione delle specie esotiche sulla biodi-
versità degli ambienti naturali, al fine di adottare
specifiche strategie di contenimento ed eradicazione
di quelle maggiormente invasive.
Forest@ 14: 28-33 (2017) 28
Copyright 2017 © by the Italian Society of Silviculture and Forest Ecology.
doi: 10.3832/efor2211-013
Acacia saligna: specie invasiva delle coste molisane
Valentina Calabrese*, Ludovico Frate, Francesco Iannotta, Irene Prisco, Angela Stanisci
EnviX-Lab, Dipartimento di Bioscienze e Territorio (DiBT), Università degli Studi del Molise, C.da Fonte Lappone, I-
86090 Pesche (IS) - *Corresponding Author: Valentina Calabrese (angiolettovale@gmail.com).
Abstract: Acacia saligna: an invasive species on the coast of Molise (southern Italy). Italy is one of the European
countries most affected by biological invasions. In this study, we focused on the impact of Acacia saligna, an
Australian invasive plant species, on the coastal ecosystem’s ecology and biodiversity along the sandy coasts
of Molise (southern Italy). We analyzed data from 61 vegetation plots recorded in coastal pine forest and
Mediterranean scrub habitats of Molise throughout the preparatory actions of the “LIFE Maestrale” project
(NAT/IT/000262). In order to study the ecological impact of Acacia saligna comparing invaded and non-inva-
ded areas, we first assigned the Ellenberg’s indicator values to each plant species, which were then used to
relate the presence of Acacia saligna with ecological characteristics of sites through a generalized linear model
(GLM). Our results showed a significant positive relationship between the presence of Acacia saligna and hi-
gh levels of soil nutrients and, on the contrary, a negative relationship with the presence of mesophilic spe-
cies, which are typical of the community interest habitats of pine forest (2270*). The use of ecological indica-
tors is effective to pinpoint the ecological effects of biological invasions, as well as to evaluate habitat conser-
vation state and to identify vulnerable native species.
Keywords: Alien Species, Acacia Saligna, EC Priority Habitat, Nitrophilous Species, Molise
Received: Aug 31, 2016; Accepted: Nov 30, 2016; Published online: Jan 31, 2017
Citation: Calabrese V, Frate L, Iannotta F, Prisco I, Stanisci A, 2017. Acacia saligna: specie invasiva delle coste molisane.
Forest@ 14: 28-33 [online 2017-01-31] URL: http://www.sisef.it/forest@/contents/?id=efor2211-013
Calabrese V et al. - Forest@ 14: 28-33
Lungo la costa molisana numerosi habitat di inte-
resse comunitario sono ancora abbastanza diffusi e
ben rappresentati, in particolare in tre Siti di Impor-
tanza Comunitaria (S.I.C.) all’interno della rete Natu-
ra 2000 (Stanisci et al. 2010). Tuttavia, gli habitat di
interesse comunitario presenti in queste aree sono
costantemente minacciati da progetti di sfruttamento
antropico del litorale e da processi invasivi di specie
esotiche (Acosta et al. 2007, Izzi et al. 2007, Stanisci et
al. 2010). Una delle specie esotiche che da tempo co-
lonizza gli ambienti naturali e semi-naturali del lito-
rale molisano è Acacia saligna (Del Vecchio et al.
2013), leguminosa di origine australiana introdotta
intenzionalmente in passato per alcuni interventi di
rimboschimento lungo il litorale adriatico, in seguito
naturalizzata e divenuta poi invasiva negli habitat di
duna e retroduna.
In questo articolo si riportano i risultati di uno stu-
dio che ha valutato l’impatto della specie esotica
Acacia saligna sulla biodiversità e l’ecologia degli eco-
sistemi dunali del litorale molisano. Nello specifico
sono state valutate, attraverso il campionamento del-
la vegetazione, le caratteristiche ecologiche delle aree
invase e non invase. La nostra ipotesi preliminare è
che Acacia saligna sia in grado di modificare le condi-
zioni micro ambientali (in termini di disponibilità di
luce, nutrienti, umidità, ecc.) con conseguenze nega-
tive sulla flora autoctona. La ricerca è stata svolta
nell’ambito del progetto LIFE “Maestrale” (NAT/IT/
000262) che ha come obiettivo la conservazione degli
habitat dunali della costa molisana.
Materiali e metodi
L’area oggetto di analisi è compresa nei S.I.C. “Fo-
ce Trigno-Marina di Petacciato”, ”Foce Biferno-Lito-
rale di Campomarino” e “Foce-Saccione-Bonifica Ra-
mitelli” (Fig. 1). Sono presenti numerosi habitat di
interesse comunitario, tra i quali risultano essere di
interesse prioritario la macchia a ginepri (H2250* -
Dune costiere con Juniperus spp.) e la pineta litoranea
(H2270* - Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus
pinaster), che coprono complessivamente 117.32 ha.
A contatto con questi habitat, 16.50 ha ettari risulta-
no occupati da boscaglie ad Acacia saligna.
Diversi studi hanno dimostrato che Acacia saligna,
leguminosa originaria dell’Australia dove è molto
comune sui terreni sabbiosi, è in grado di indurre
cambiamenti microclimatici, dei regimi di umidità e
del livello di nutrienti nel suolo (Marchante et al.
2003, 2008, Yelenik et al. 2004, Le Maitre et al. 2011).
Molti cambiamenti sono direttamente attribuibili alle
caratteristiche chiave della specie, come la produzio-
ne di un gran numero di semi che si accumulano nel
terreno e che possono germinare rapidamente dopo
incendi o pioggia, l’elevato tasso di crescita e la pro-
duzione di un’elevata biomassa (Whibley & Symon
1992), che le consentono di competere con le specie
legnose (Yelenik et al. 2007). Nel Mediterraneo, in
29 Forest@ 14: 28-33 (2017)
Fig. 1 - Localizzazione dell’area studio.
Acacia saligna: specie invasiva delle coste molisane
Nord Africa, in Medio Oriente, Sud Africa e Uru-
guay questa specie è stata utilizzata per contenere
l’erosione costiera e come frangivento grazie alla ca-
pacità delle sue radici di trattenere la sabbia (Orwa et
al. 2009). In Italia è stata introdotta nelle zone costie-
re a scopo di rimboschimento e per la stabilizzazione
delle dune, tuttavia la sua diffusione non è stata con-
trollata e attualmente risulta invasiva in molte regio-
ni: Liguria, Toscana, Campania, Basilicata, Calabria,
Puglia, Molise, Sicilia e Sardegna (Del Vecchio et al.
2013). È diffusa in particolare sulla costa adriatica
meridionale (centro e sud Italia), dove cresce tra la
macchia mediterranea e la foresta sempreverde delle
dune fisse (Izzi et al. 2007).
Campionamento della vegetazione
Per verificare l’impatto di Acacia saligna sulla biodi-
versità e l’ecologia degli ecosistemi dunali del Moli-
se, sono stati analizzati i dati relativi a 61 campiona-
menti floristico-vegetazionali degli ambienti di pine-
ta costiera e macchia mediterranea, effettuati nel-
l’ambito delle azioni preparatorie del progetto LIFE
“Maestrale” (Fig. 1). Si tratta di plot quadrati di 4 × 4
m, distribuiti in maniera casuale nelle aree invase da
Acacia saligna (34 plot) e nelle aree di pineta e mac-
chia non invase limitrofe (29 plot). In ciascun plot, è
stata registrata la lista delle specie di flora vascolare
presente e, a ciascuna specie è stata attribuita una sti-
ma visuale della copertura in percentuale. Il ricono-
scimento dei campioni è stato effettuato utilizzando
le chiavi dicotomiche presenti nella “Flora d’Italia”
(Pignatti 1982) mentre la nomenclatura segue quanto
riportato nella “Checklist della Flora Italiana” (Conti
et al. 2005).
Analisi dei dati
Al fine di caratterizzare le aree invase e non invase
dal punto di vista ecologico, a ciascuna specie di
pianta vascolare censita è stato associato il suo valore
ecologico indicativo secondo Ellenberg (1974) e adat-
tato alla flora italiana da Pignatti (2005). Tali valori
di bioindicazione consentono di classificare le specie
in base alle loro preferenze ecologiche in termini di
tipo di suolo, di nutrienti, di umidità, temperatura e
altro e rappresentano uno strumento efficace per la
descrizione dei gradienti e delle condizioni ambien-
tali (Diekman 2003, Carranza et al. 2012). Gli indici
di Ellenberg sono espressi in un range di valori che
va da 1 a 9 oppure da 1 a 12 a seconda dell’indice
utilizzato (Pignatti 2005). In questo lavoro sono stati
considerati i seguenti indici di Ellenberg: luminosità
(L), umidità (U), nutrienti (N), temperatura (T) e con-
tinentalità (C). Per caratterizzare in maniera efficace
le aree invase e non invase, per ogni plot è stato rica-
vato un valore sintetico di ciascun indice di Ellen-
berg, utilizzando la presenza delle specie di flora va-
scolare come segue. Data pij la presenza della specie i
nel plot j e Xik il valore dell’indice k di Ellenberg as-
segnato alla specie i, il valore di Ellenberg per quel
plot viene calcolato come segue (eqn. 1):
Gli Indici di Ellenberg per i plot invasi e non invasi
così ottenuti, sono stati utilizzati come variabili
esplicative (indipendenti) nella costruzione di un
modello in grado di predire la probabilità di presen-
za di Acacia saligna in funzione delle caratteristiche
ecologiche dei plot. Per tale scopo è stato usato un
modello lineare generalizzato (GLM) di tipo bino-
miale che segue la seguente formula (eqn. 2):
La variabile di risposta (Y) rappresenta la probabi-
lità di presenza dell’Acacia saligna nei plot e può va-
riare tra 0 (assenza) e 1 (presenza); β0 è l’intercetta,
mentre β1, β2, β3, β4 β5 rappresentano rispettivamente
le pendenze delle rette in funzione dei valori di umi-
dità (U), nutrienti (N), luminosità (L), temperatura
(T) e continentalità (C). Il modello è stato inizialmen-
te parametrizzato utilizzando tutte le variabili indi-
pendenti e, attraverso una procedura di selezione ba-
sata sull’AIC (Akaike’s Information Criterion), è stato
selezionato il modello ottimale, ovvero quello che
contiene solo le variabili indipendenti più significati-
ve. Tale procedura calcola vari modelli con diversa
combinazione di variabili e seleziona il modello con
il valore di AIC più basso (ovvero il modello meno
complesso che presenta il miglior adattamento ai da-
ti osservati).
Successivamente, per identificare quali specie con-
tribuiscono maggiormente nel determinare le diffe-
renze in termini di composizione ed ecologia dei
plot invasi e non invasi, è stata effettuata l’analisi
SIMPER (similarity percentages - Clarke 1993).
Risultati
Nelle aree analizzate sono stati censiti 89 taxa (spe-
cie e sottospecie). La procedura di selezione delle va-
riabili ha restituito un modello finale che comprende
gli indici di umidità, temperatura e nutrienti. Il mo-
Forest@ 14: 28-33 (2017) 30
Ek=
∑
i=1
n
(Xik
⋅pij)
∑
i=1
n
pij
Y=
β
0+
β
1U+
β
2N+
β
3L+
β
4T+
β
5C+
ε
i
Calabrese V et al. - Forest@ 14: 28-33
dello GLM risulta essere adeguato, riuscendo a spie-
gare il 20% della devianza (D2 = 0.20). Il modello ha
messo in evidenza che la probabilità di presenza di
Acacia saligna è spiegata significativamente dai valori
di Ellenberg di umidità (U), temperatura (T) e di nu-
trienti (N). Nello specifico la probabilità di presenza
è associata positivamente ad alti valori di nutrienti
nel suolo (z = 2.975, p = 0.002), mentre è negativa-
mente correlata a valori medio-alti di umidità (z =
-2.876, p = 0.004) e di temperatura (z = -2.023, p =
0.043 - Fig. 2).
Dall’analisi SIMPER emerge che 17 delle 89 specie
vegetali contribuiscono per il 50% alle differenze os-
servate tra i plot invasi e non invasi (Tab. 1).
Discussioni e conclusioni
Dalle analisi condotte emerge che Acacia saligna si
associa con maggiore probabilità a specie nitrofile e
che non si consocia alle specie mesofile di pineta e
macchia mediterranea. Tale comportamento è in li-
nea con quanto recentemente osservato da Del Vec-
chio et al. (2013), che evidenziavano l’aumento di
specie ruderali (per lo più nitrofile) nelle aree invase
da Acacia saligna.
31 Forest@ 14: 28-33 (2017)
Fig. 2 - Probabilità di presenza di Acacia saligna in funzione dei valori di Ellenberg di nutrienti (a), di umidità
(b) e temperatura (c).
Tab. 1 - Contributo delle specie (in % e cumulato) nel determinare le differenze in termini di composizione
specifica tra i plot invasi e i plot non invasi. La dissimilarità media indica la differenza tra i gruppi di plot
(invasi e non invasi) calcolata sulla base dell’indice di Bray-Curtis. I simboli “+” e “-” indicano associazione
positiva e negativa ai plot invasi. (U): indice di Ellenberg di umidità; (N): indice di Ellenberg di nutrienti;
(T): indice di Ellenberg di temperatura.
Specie Dissimilarità
media
Contributo
%
Cumulativo
%Associazione U N T
Asparagus acutifolius 3.11 4.05 4.05 + 2 5 9
Lotus cytisoides 3.09 4.03 8.08 + 1 1 10
Pinus halepensis 2.86 3.73 11.81 + 2 2 10
Rosmarinus officinalis 2.52 3.28 15.09 - 2 1 8
Lagurus ovatus 2.48 3.24 18.33 + 3 2 9
Sonchus bulbosus 2.48 3.26 21.56 + 3 3 8
Phillyrea angustifolia 2.46 3.21 24.78 - 1 2 10
Cistus incanus 2.45 3.15 27.93 - 2 2 9
Silene vulgaris 2.37 3.09 31.02 + 4 2 -
Oryzopsis miliacea 2.36 3.08 34.10 + 4 5 7
Smilax aspera 2.33 3.03 37.13 - 2 3 10
Pistacia lentiscus 2.29 2.98 40.11 - 2 2 10
Rhamnus alaternus 2.20 2.86 42.98 + 2 4 9
Geranium purpureum 2.07 2.69 45.67 + 3 3 8
Vulpia fasciculata 2.01 2.62 48.29 - 1 1 10
Cerastium semidecandrum 1.97 2.59 50.88 + 4 0 7
Acacia saligna: specie invasiva delle coste molisane
Probabilmente l’aumento del livello di nitrati nel
suolo nelle aree invase (Cronk & Fuller 1995) è da
imputare sia al fatto che le radici di A. saligna sono in
simbiosi con batteri capaci di fissare l’azoto, che alle
caratteristiche biochimiche della lettiera di questi po-
polamenti.
Inoltre è stata osservata una diminuzione delle spe-
cie mesofile nelle aree invase da A. saligna, eviden-
ziando la sua capacità di inaridire i suoli e di esclu-
dere molte specie focali, tipiche degli habitat di inte-
resse comunitario di pineta e macchia. La presenza
di A. saligna è correlata ad un aumento di specie ru-
derali nelle dune costiere come Geranium purpureum
e Oryzopsis miliacea (Biondi et al. 2009), a scapito del-
le specie focali tipiche dell’habitat *2270 e dell’habi-
tat *2250 quali Smilax aspera e Pistacia lentiscus. Pro-
babilmente anche la presenza di sostanze allelopati-
che contenute nella corteccia, nei fiori e nelle foglie
di A. saligna e riversate nella lettiera possono avere
un ruolo importante nel limitare la germinazione di
molte specie native, come descritto da Alhammadi
(2008). La maggior parte degli effetti negativi causati
dalle piante esotiche è dovuta infatti alla presenza di
sostanze allelopatiche che provocano interferenze
con i processi fisiologici e biochimici nella vegetazio-
ne autoctona.
L’uso dei valori di biondicazione della flora vasco-
lare ha consentito quindi di evidenziare un’alterazio-
ne della struttura e dell’ecologia degli habitat priori-
tari di interesse comunitario H2270* e H2250* in pre-
senza di popolamenti invasivi di A. saligna lungo le
coste molisane. L’applicazione dei valori ecologici
indicativi risulta pertanto efficace per individuare i
macro effetti ecologici dei processi invasivi di specie
esotiche vegetali e può essere utilizzata anche in altri
contesti interessati da questi fenomeni, ad esempio
per valutare lo stato di conservazione degli habitat di
interesse comunitario e contribuire ad individuare le
specie native vulnerabili e quelle invece idonee a
contrastare la capacità invasiva delle specie esotiche.
Bibliografia
Acosta ATR, Carranza ML, Ciaschetti G, Conti F, Di Marti-
no L, Orazio G, Frattaroli A, Izzi CF, Pirone G, Stanisci A
(2007). Specie vegetali esotiche negli ambienti costieri
sabbiosi di alcune regioni dell’Italia Centrale. Webbia 62
(1): 77-84. - doi: 10.1080/00837792.2007.10670817
Acosta ATR, Ercole S (2015). Gli habitat delle coste sabbio-
se italiane: ecologia e problematiche di conservazione.
ISPRA, Serie Rapporti, 215/2015. [online] URL: http://
www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/gli-
habitat-delle-coste-sabbiose-italiane-ecologia-e-problema-
tiche-di-conservazione
Alhammadi ASA (2008). Allelopathic effect of Tagetes mi-
nuta L. water extracts on seeds germination and seedling
root growth of Acacia asak. Ass. Univ. Bull. Environ. Res.
11: 17-24.
Biondi E, Blasi C, Burrascano S, Casavecchia S, Copiz R,
Del Vico E, Venanzoni R (2009). Italian interpretation ma-
nual of the 92/43/EEC Directive Habitats. Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,
web site. [online] URL: http://vnr.unipg.it/habitat/index.j-
sp
Carranza ML, Frate L, Paura B (2012). Structure, ecology
and plant richness pattern in fragmented beech forests.
Plant Ecology and Diversity 5 (4): 541-551. - doi: 10.1080/
17550874.2012.740509
Celesti-Grapow L, Alessandrini A, Arrigoni PV, Assini S,
Banfi E, Barni E, Bovio M, Brundu G, Cagiotti MR, Ca-
marda I, Carli E, Conti F, Del Guacchio E, Domina G, Fa-
scetti S, Galasso G, Gubellini L, Lucchese F, Medagli P,
Passalacqua NG, Peccenini S, Poldini L, Pretto F, Prosser
F, Vidali M, Viegi L, Villani MC, Wilhalm T, Blasi C
(2010). Non-native flora of Italy: species distribution and
threats. Plant Biosystems 144 (1): 12-28. - doi: 10.1080/
11263500903431870
Clarke KL (1993). Non-parametric multivariate analyses of
changes in community structure. Australian Journal of
Ecology 18: 117-143. - doi: 10.1111/j.1442-9993.1993.tb0043
8.x
Conti F, Abbate G, Alessandrini A, Blasi C (2005). An an-
notated checklist of the Italian vascular flora. Palombi,
Roma, pp. 248-254.
Cronk QCB, Fuller JL (1995). Plant invaders: the threat to
natural ecosystems. Chapman and Hall, London, UK, pp.
241.
Del Vecchio S, Acosta A, Stanisci A (2013). The impact of
Acacia saligna invasion on Italian coastal dune EC habita-
ts. Comptes Rendus Biologies 336 (7): 364-369. - doi:
10.1016/j.crvi.2013.06.004
Diekman M (2003). Species indicator values as an impor-
tant tool in applied plant ecology - a review. Basic and
Applied Ecology 4 (6): 493-506. - doi: 10.1078/1439-1791-
00185
EEC (1992). Council Directive 92/43/EEC of 21 May 1992
on the conservation of natural habitats and of wild fauna
and flora. Official Journal L 206, 22/07/1992, 7-50 and its
amending acts.
Ehrenfel JG (2003). Effects of exotic plant invasions on soil
nutrient cycling processes. Ecosystems 6 (6): 503-523. -
doi: 10.1007/s10021-002-0151-3
Ellenberg H (1974). Indicator values of vascular plants in
central Europe. Scripta geobotanica 9.
European Environment Agency (2013). Invasive alien spe-
Forest@ 14: 28-33 (2017) 32
Calabrese V et al. - Forest@ 14: 28-33
cies: a growing problem for environment. Copenhagen,
Denmark, pp. 7. [online] URL: http://www.eea.europa.eu/
highlights/invasive-alien-species-a-growing
Isermann M, Diekmann M, Heemann S (2007). Effects of
the expansion by Hippophae rhamnoides on plant species
richness in coastal dunes. Applied Vegetation Science 10
(1): 33-42. - doi: 10.1111/j.1654-109X.2007.tb00501.x
Izzi CF, Acosta A, Carranza ML, Ciaschetti G, Conti F, Di
Martino L, Stanisci A (2007). Il censimento della flora va-
scolare degli ambienti dunali costieri dell’Italia centrale.
Fitosociologia 44 (1): 129-137.
Kettunen M, Genovesi P, Gollasch S, Pagad S, Starfinger U,
Brink P, Shine C (2009). Technical support to EU strategy
on invasive alien species (IAS) - Assessment of the impac-
ts of IAS in Europe and the EU. Institute for European En-
vironmental Policy. [online] URL: http://www.ieep.eu
Le Maitre DC, Gaertner M, Marchante E, Ens EJ, Holmes
PM, Pauchard A, Richardson DM (2011). Impacts of inva-
sive Australian acacias: implications for management and
restoration. Diversity and Distributions 17 (5): 1015-1029.
- doi: 10.1111/j.1472-4642.2011.00816.x
Marchante E, Kjoller A, Struwe S, Freitas H (2008). Invasi-
ve Acacia longifolia induce changes in the microbial cata-
bolic diversity of sand dunes. Soil Biology and Biochemi-
stry 40 (10): 2563-2568. - doi: 10.1016/j.soilbio.2008.06.017
Marchante H, Marchante E, Freitas H (2003). Invasion of
the Portuguese dune ecosystems by the exotic species
Acacia longifolia (Andrews) Willd: effects at the communi-
ty level. In “Plant invasions: ecological threats and mana-
gement solutions”. Backhuys, Leiden, The Netherlands,
pp. 75-85.
Orwa CA, Mutua Kindt R, Jamnadass R (2009). Agrofore-
stree Database: a tree reference and selection guide ver-
sion 4 0: 1-5.
Pignatti S (1982). Flora d’Italia. Edagricole, Bologna.
Pignatti S (2005). Valori di bioindicazione delle piante va-
scolari della flora d’Italia. Braun-Blanquetia 39: 1-97.
Prisco I, Acosta ATR, Ercole S (2012). An overview of Ita-
lian coastal dune EU habitats. Annali di Botanica 2: 39-48.
Rejmánek M, Richardson DM, Pysek P (2004). Plant inva-
sion and invasibility of plant communities. In: “Vegeta-
tion Ecology (2nd edn)” (van der Maarel E ed). John Wiley
and Sons Ltd, Oxford, UK, pp. 332-355.
Rodriguez-EcheverriÌa S, Le Roux JJ, Crisostomo JA, Ndlo-
vu J (2011). Jack-of-all-trades and master of many? How
does associated rhizobial diversity influence the coloniza-
tion success of Australian Acacia species? Diversity and
Distributions 17 (5): 946-957. - doi: 10.1111/j.1472-4642.20
11.00787.x
Sala OE, Chapin FS, Armesto JJ, Berlow E, Bloomfield J,
Dirzo R, Leemans R (2000). Global biodiversity scenarios
for the year 2100. Science 287 (5459): 1770-1774. - doi:
10.1126/science.287.5459.1770
Stanisci A, Acosta ATR, Di Iorio A, Vergalito M (2010).
Leaf and root trait variability of alien and native species
along Adriatic coastal dunes (Italy). Plant Biosystems 144
(1): 47-52. - doi: 10.1080/11263500903454252
Vilà M, Espinar JL, Hejda M, Hulme PE, Jarošík V, Maron
JL, Pergl J, Schaffner U, Sun Y, Pyšek P (2011). Ecological
impacts of invasive alien plants: a meta-analysis of their
effects on species, communities and ecosystems. Ecology
Letters 14: 702-708. - doi: 10.1111/j.1461-0248.2011.01628.x
Whibley DJE, Symon DE (1992). Acacias of South Austra-
lia. Govt Printer, Adelaide, Australia, pp. 148.
Yelenik SG, Stock WD, Richardson DM (2004). Ecosystem
level impacts of invasive Acacia saligna in the South Afri-
can fynbos. Restoration Ecology 12 (1): 44-51. - doi: 10.111
1/j.1061-2971.2004.00289.x
Yelenik SG, Stock WD, Richardson DM (2007). Functional
group identity does not predict invader impacts: differen-
tial effects of nitrogen-fixing exotic plants on ecosystem
function. Biological Invasions 9 (2): 117-125. - doi: 10.1007
/s10530-006-0008-3
33 Forest@ 14: 28-33 (2017)