Nel paziente con dolore persistente e cronico l'obiettivo è il recupero della qualità di vita in un contesto di cronicità della malattia-dolore. I clinici spesso devono confrontarsi e prendere in carico pazienti fortemente arrabbiati, demotivati per la cronicità del disturbo ed a cui risulta impedito quel processo di lutto " normale " della propria immagine di sé ed in cui spesso è sottolineata
... [Show full abstract] una triade di emozioni negative: rabbia, tristezza, paura. Lo stesso termine " cronico " potrebbe essere inappropriato per i pazienti che trattiamo. Esso infatti riporta etimologicamente a chronos e definisce malattie che si prolungano lentamente per un tempo indeterminato (per distinguerle dalle acute, con svolgimento rapido) ed è utilizzato propriamente (dal punto di vista etimologico) per un dolore che persiste oltre i 6 mesi. In realtà il dolore che spesso trattiamo, e che impropriamente chiamiamo cronico, si caratterizza non per il tempo di insorgenza ma per il sovvertimento dell'apparato di percezione, cui recentemente è stato affiancato il concetto di sensibilizzazione centrale (Central Sensitization). Essa è definita " un prolungato ma reversibile incremento nell'eccitabilità e nell'efficacia sinaptica del neurone nelle vie centrali del dolore dovuto ad uno stimolo nocicettivo " (Woolf, 2011) e distinta dal concetto di sensibilizzazione (periferica)