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Bartolomeo Gosio. Lo scienziato di Magliano a un passo dal Nobel

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Abstract

Bartolomeo Gosio (Magliano Alfieri, 1863 - Roma, 1944) was remembered in the last few decades of the 20th century in the volume “Gente di Magliano [People of Magliano]” (Adriano et al., 1986) and in a lengthy note published in the “Federico Eusebio” Museum’s Journal (Borra, 1988). Successively, Bentley (2001) has produced an important scientific biography. These publications had the merit of highlighting Gosio’s scientific work, which took place over the course of nearly half a century, during a period which saw the birth and the rapid development of experimental micro-biology. His first studies date back to 1891, when he published a note on volatile arsenic compounds (Gosio, 1891), and continued until at least 1937, when he wrote a paper on the aetiology of influenza (Gosio, 1937). This paper aims to provide an additional contribution to our knowledge of the life and work of this scientist. It has been made possible thanks to the help of Mrs. Susanna Gosio Farano, who made available to us her grandfather’s works, gathered in nine volumes containing almost all his publications, as well as some by other authors which refer to them. Along with the Riberi Award, Gosio also received numerous other important acknowledgements, including one from the Tropical Institute at Hamburg and another from the Turin Chemistry Congress in 1925; in 1928 he was awarded the Pagliani Prize as the leading Italian hygienist (Jerace, 1945; Bentley, 2001). A particularly noteworthy fact is his nomination for the Nobel Prize for Medicine in 1922, for his work on arsenic mould, on the part of Prof. Pietro Canalis, Professor of Hygiene at the University of Genoa.
32
Bartolomeo
GosioLo scienziato di Magliano
a un passo dal Nobel
Giorgio Aimassi
Lafigura di Bartolomeo Gosio
(Magliano Alfieri, 1863-Roma,
1944) è stata ricordata negli ul-
timi decenni del XX secolo nel volume
intitolato Gente di Magliano1ein una
estesa nota sulla rivista del Museo
Civico “Federico Eusebio” di
Alba2.In una monografia
dedicata a Vincenzo
Troya3èstata inoltre
ricostruita la ge-
nealogia di Bar-
tolomeo Go-
sio, dalla qua-
le emerge il
legame di
parentela
con l’illu-
stre peda-
gogista ma-
glianese.
Questi lavori
hanno avuto
il grande meri-
to di mettere in
luce la notevole
importanza scienti-
fica del lavoro compiu-
to da Gosio in un arco di
quasi mezzo secolo. Gosio vis-
se in quello che si può definire uno
dei momenti gloriosi della storia delle
scienze, in particolare di quelle biologi-
che, la nascita della microbiologia speri-
mentale con le grandi scuole di Louis Pa-
steur e di Robert Koch. Le sue prime ri-
cerche risalgono infatti al 1891, anno della
pubblicazione di una nota sui composti
volatili dell’arsenico4, e sono proseguite
almeno fino al 1937, quando scrisse un ar-
ticolo sull’eziologia dell’influenza5.
L’intento del presente lavoro è di fornire un
ulteriore contributo per la conoscenza della
vita e delle opere di questo grande scienzia-
to maglianese, a cui è stato possibile accede-
re grazie alla cortesia di Susanna Gosio Fa-
rano, che ha messo a disposizione quella che
si potrebbe definire l’opera omnia di suo
nonno, una raccolta di nove volumi che
contiene quasi tutte le sue pubblicazioni e
alcune ricerche di altri autori che a esse fan-
no riferimento.
Il 2008 è un anno importante per ricordare
Bartolomeo Gosio, perché esattamente 100
anni or sono gli venne assegnato il Premio
Riberi della Reale Accademia di Medicina di
Torino. «Alla memoria di mia madre dedico
questi studi germogliati fra le ultime carezze
del suo affetto»: ecco come recita la dedica
degli Studi sulle bioreazioni dell’arsenico, tel-
lurio e selenio e loro applicazioni pratiche6,
che valse a Gosio l’ambito premio. Ed ecco
di seguito le motivazioni della Commissione
giudicatrice7:
«Il Prof. Gosio è giunto alla cognizione di
fatti assolutamente nuovi e molto importan-
ti per via di ricerche lunghe e pazienti sulla
fisiologia di certi microrganismi del gruppo
degli ifomiceti e dei batteri. Egli, assodata
l’esistenza d’un arsenicismo d’indole biolo-
gica, ha trattato magistralmente la comples-
sa tesi delle bioreazioni col dimostrare l’at-
tività dei microorganismi anche sui compo-
sti di selenio e di tellurio, e coll’escogitare
tosto l’applicazione pratica delle reazioni
bioarseniche e biotelluriche ai sieri curativi
epreventivi. Egli quindi presenta un lavoro
che ha utilissime applicazioni nel campo
della vigilanza igienica, della terapeutica e
della medicina legale. Le applicazioni del
Gosio furono ormai confermate, con pieno
successo, in numerosi laboratori italiani ed
esteri. La sua opera, che la Commissione
ebbe cura di sottoporre al giudizio di spe-
ciali competenti, tanto per la parte botani-
ca, quanto per la parte chimica, si può con-
siderare originale, completa ed armonica in
ogni sua parte, e, come tale, fu già apprez-
zata dall’Istituto lombardo e dall’Accade-
mia dei Lincei».
Questo riconoscimento fu istituito nel
1862 in onore di Alessandro Riberi, «gran-
de figura di Scienziato chirurgo e filantro-
po, che diede così vitale impulso alla Sanità
militare e onora con tanta nobiltà la nostra
Accademia»8,noto tra l’altro per avere in-
trodotto nel 1847, primo in Italia, l’aneste-
sia con etere9.Lo stesso Riberi alla morte,
avvenuta nel 1861, fece la seguente disposi-
zione testamentaria: «lego la somma neces-
saria […] perché ogni triennio si possa da-
re un premio di lire ventimila della Acca-
demia Medico-Chirurgica che ho
contribuito a formare».
Negli anni successivi il premio venne modi-
ficato nella periodicità, non solamente per
compensare la perdita di valore della rendi-
33
Il 2008 è un anno importante
per ricordare il medico e
scienziato maglianese
Bartolomeo Gosio perché
esattamente 100 anni or sono
gli venne assegnato il Premio
Riberi dalla Reale Accademia di
Medicina di Torino.
1 ADRIANO A., AIMASSI M., CARDINALI V.G. & GIUDICE C., 1986.
Gente di Magliano. Magliano Alfieri, Pro Loco, 113 pp.
2 BORRA E., 1988. Bartolomeo Gosio, un precursore della
scoperta della penicillina. Alba Pompeia,n.s., IX (2): 79-84.
3 CARDINALI V. G., ANTONETTO L., PRIMOSICH F., 1983. Vincenzo
Troya. Vita e opere di un educatore piemontese. Magliano
Alfieri, Pro Loco, 140 p.
4 GOSIO B., 1891. Azione dei microfiti sui composti arsenicali
fissi - nota riassuntiva. Ministero dell’Interno - Laboratori
scientifici della Direzione di Sanità (diretti dai Prof. A. Monari
ed A. di Vestea).Roma, Tipografia delle Mantellate, 7 pp.
5 GOSIO B., 1937. A proposito dei dispareri sull’etiologia
dell’influenza. Sonderabdruck aus der festschrift nocht 1937,
herausgegeben vom Institut für schiffs- und
tropenkrankheiten in Hamburg: 163-166.
6 GOSIO B., 1906. Studi sulle bioreazioni dell’arsenico, tellurio
eselenio e loro applicazioni pratiche. Roma, Tipografia delle
Mantellate, 228 pp. + IV tavole f.t.
7 BOZZOLO C., FUSARI R., BAJARDI D., ABBA F. EMARTINOTTI E.,
1908. XI Concorso al Premio Riberi, 1902-1906. Relazione
della Commissione. Giornale della Reale Accademia di
Medicina di Torino.Anno LXXI – serie IV-14: 45-47.
8 BOBBIO L., 1938. Storia dei Premi Riberi. Giornale della Reale
Accademia di Medicina di Torino. Anno CI-51: 535-547.
9 MAZZARELLO P., 2006. Il Nobel dimenticato - la vita e la
scienza di Camillo Golgi. Torino, Bollati Boringhieri, 660 pp.
ta, ma nell’intento di estenderne la durata; il
Premio Riberi venne mantenuto attivo per
molti anni, come testimoniato da Bobbio
(1938), e si concluse per estinzione del fon-
do nel 194210.
Tra i grandi scienziati italiani che vennero
premiati prima di Gosio vale certamente la
pena di ricordare Giulio Bizzozero (nel
1883, al sesto concorso, per la scoperta del-
la funzione delle piastrine nel sangue) e Ca-
millo Golgi (nel 1893, all’ottavo concorso,
per lo studio del ciclo vitale del plasmodio
della malaria), futuro Premio Nobel per la
Medicina (1906) per gli studi sul sistema
nervoso11.
Oltre al Premio Riberi, Gosio ricevette altri
importanti riconoscimenti, tra cui uno dal-
l’Istituto Tropicale di Amburgo e uno dal
Congresso di Chimica di Torino del 1925;
nel 1928 ricevette il Premio Pagliani in qua-
lità di più illustre igienista italiano12. È infine
particolarmente degno di nota il fatto che
nel 1922 venne proposto per il Premio No-
bel per la Medicina per i suoi lavori sulle
muffe arsenicali; dagli archivi dell’Accade-
mia svedese risulta infatti almeno una segna-
lazione da parte di Pietro Canalis, docente
di Igiene all’Università di Genova13.
Bartolomeo Gosio nacque il 16 marzo 1863
aMagliano d’Alba, oggi Magliano Alfieri,
34
Bartolomeo Gosio
da parte di don Giovanni Rocca non hanno
ancora permesso di verificare la presenza di
Bartolomeo Gosio in questa struttura.
Alcune informazioni sul curriculum di Go-
sio sono fornite dal
dott. Francesco Abba
che ricorda i primi tre
anni di studi universi-
tari a Torino e il suc-
cessivo trasferimento
all’Università di Roma,
con il conseguimento
della laurea nel 1888 a
«pieni voti con partico-
lare distinzione di me-
rito»16.La tesi, che trat-
tava dei «protozoi co-
me agenti di malattie»
venne comunque ela-
borata nell’Università
di Torino, nel laborato-
rio di parassitologia del
prof. Perroncito.
Bartolomeo Gosio, in-
sieme con Achille Scla-
vo, venne subito accol-
to come assistente nella Scuola di perfezio-
namento dell’Igiene pubblica dal
responsabile della Direzione di Sanità, il
prof. Luigi Pagliani. Gosio alternò la sua at-
tività tra i laboratori di batteriologia e quelli
di chimica, acquisendo una profonda prepa-
razione in entrambe le materie.
Grazie al suo brillante curriculum di studi e
ai primi risultati delle sue ricerche, Gosio
ottenne una prima borsa di studio all’estero
ed ebbe così occasione di specializzarsi nei
laboratori scientifici di Monaco, di Lipsia e
di Berlino; poco dopo il ritorno in Italia
vinse ancora un posto per un corso di per-
fezionamento all’estero e ripartì per l’Uni-
versità di Berlino, dove portò a compimen-
to interessanti lavori sul vibrione del cole-
ra17.Due degli specialisti con cui ebbe
occasione di studiare all’estero furono Max
Rubner e Hans Thierfelder, grazie ai quali
si perfezionò in chimica fisiologica e in mi-
crobiologia18. È ancora Abba (1908) a ricor-
dare che Gosio, dopo aver ottenuto la qua-
lifica di Direttore dei Laboratori della Sani-
tà, «senza darsi l’aria di scoprir la polvere
da sparo almeno una volta al mese», conse-
guì la docenza in Igiene e vinse una catte-
dra all’Università di Sassari. Già nel 1896
Gosio aveva la qualifica di libero docente
35
10 BENTLEY R., 2001. Bartolomeo Gosio, 1863-1944: an
appreciation. Adv.appl. microbiol., 48: 229-250.
11 Bobbio, 1938; Mazzarello, 2006; GRAVELA, 1989. Giulio
Bizzozero. Torino, Umberto Allemandi & c., 198 pp.
12 Jerace, 1945; Bentley, 2001.
13 http://nobelprize.org/nomination/medicine.
14 ANONIMO,1951. Il Prof. Comm. Bartolomeo Gosio. Dall’alto
di Magliano Alfieri (bollettino parrocchiale), Anno IV, n. 4,
Giugno 1951: 1-3; Borra, 1988.
15 Anonimo, 1951.
16 ABBA F., 1908. Prof. Bartolomeo Gosio. L’Avvisatore
sanitario, anno VII, n. 10: 145-149.
17 Abba, 1908.
18 FERMI C., 1944. Bartolomeo Gosio. Rivista di Malariologia,
23: 70-72.
Èparticolarmente degno di nota
il fatto che nel 1922 venne
proposto per il Premio Nobel
per la Medicina per i suoi lavori
sulle muffe arsenicali; dagli
archivi dell’Accademia svedese
risulta infatti almeno una
segnalazione da parte di Pietro
Canalis, docente di Igiene
all’Università di Genova.
Sullo stesso registro si legge ancora che «è
stato presentato alla Chiesa un fanciullo di
sesso mascolino […] figlio di Gosio Giaco-
mo, di professione veterinario, e di Troja
Antonia, benestante, […] cui fu ammini-
strato il Battesimo […] essendo stati padri-
no Gosio Bartolomeo, di professione veteri-
nario, e madrina Troja Angela nata Rabino,
benestante». Il parroco che ha firmato l’atto
era don Paolo Dotta.
Irapporti di parentela tra Bartolomeo Go-
sio e la famiglia del pedagogista Vincenzo
Troja sono stati ricostruiti da Cardinali et
al. (1983): i nonni materni di Bartolomeo ri-
sultano essere stati Giovanni Bartolomeo
Troja, figlio di Giacomo Antonio, che era
fratello di Vincenzo Troya (1806-1883), e
Angela Rabino, la madrina citata nell’atto
di battesimo.
Adriano et al. (1986) ricordano che Bartolo-
meo Gosio «nato a Magliano in una famiglia
di veterinari, compie gli studi, grazie allo zio
Vincenzo Troya, nel Seminario di Alba».
Anche in una estesa commemorazione pub-
blicata sul bollettino parrocchiale15 si legge
che «incominciò gli studi nel Seminario di
Alba», tuttavia, per quanto non vi sia moti-
vo di dubitare di questo fatto, le ricerche ef-
fettuate nell’archivio riservato del Seminario
«alle ore tre di sera». La data è dedotta dal
registro degli atti di nascita e di battesimo
della parrocchia di Sant’Andrea, ma in qual-
che lavoro il giorno indicato è il 17 marzo14.
d’Igiene nella Regia Università di Torino19,
tuttavia preferì continuare il proprio lavoro
per la sanità pubblica, in parte con Robert
Koch, che era giunto in Italia per studiare
la malaria, in parte occupandosi della peste
eviaggiando «da Roma a Berlino, ad Opor-
to, a Napoli e dovunque era necessaria la
presenza di una mente»20.
Tra i primi contatti di Gosio con la comuni-
tà scientifica internazionale va ricordata la
partecipazione al settimo Congresso Inter-
nazionale di Igiene e Demografia, che si
tenne a Londra dal 10 al 17 agosto 1891 e
al quale parteciparono alcuni tra i principa-
li artefici della rivoluzione microbiologica
di fine Ottocento21. È lo stesso Gosio a ri-
cordare il suo incontro con C. H. Sanger,
che come lui si stava occupando delle so-
stanze tossiche che si liberano dalle tappez-
zerie e, più in particolare, dai coloranti ver-
di in esse contenuti: nell’introduzione del
suo lavoro conclusivo sui gas arsenicali,
Gosio presenta una accurata descrizione di
tutti i lavori precedenti sull’argomento (tra
gli autori citati figurano Gmelin, Riedel,
von Basedow,Selmi e Sanger) e ricorda che
lo scienziato americano poté conoscere di-
rettamente i suoi lavori proprio al Congres-
so di Londra, quando egli presentò «le pri-
me colture di Mucor mucedo in terreno ar-
senicale, con intensissime e persistenti
esalazioni agliacee»22.Dopo l’incontro, che
gli permise di apprendere le condizioni spe-
rimentali in cui erano state condotte le pro-
ve di laboratorio da parte del collega italia-
no, Sanger pubblicò in breve tempo l’esito
dei suoi nuovi lavori, che ora potevano con-
fermare le conclusioni di Gosio23.Le analisi
chimiche condotte personalmente avevano
indotto Gosio24 aidentificare il gas come
dietilarsina, ma l’esatta natura del compo-
sto fu scoperta soltanto negli anni Trenta
del XX secolo, quando Challenger et al.25 e
Challenger & Higginbottom26 verificarono
che il “gas di Gosio” era in realtà trimetilar-
sina; un esteso aggiornamento sulla metila-
zione microbica dell’arsenico e di altri me-
talloidi, con un’ampia discussione sul lavo-
ro di Gosio, è stata fatta da Bentley &
Chasteen (2002)27.
L’arsenicismo domestico, termine utilizzato
per descrivere l’avvelenamento da gas arseni-
cali all’interno delle abitazioni, potrebbe
avere colpito persino Napoleone
Bonaparte28.Dopo lunghi anni di dibattito
intorno al suo possibile avvelenamento con
arsenico, ormai non sembrano sussistere
dubbi sul fatto che la causa che determinò la
morte dell’Imperatore sia stata un tumore al-
lo stomaco, tuttavia le analisi più recenti
presso i laboratori Infn del Gran Sasso29
hanno confermato la presenza nei suoi ca-
pelli di un’elevata concentrazione di arseni-
co, la cui origine potrebbe essere ricondotta
al “gas di Gosio”. Si tenga tuttavia presente
che il ruolo della trimetilarsina come possibi-
le causa di avvelenamento è stato recente-
mente contestato da Cullen & Bentley30,se-
condo i quali la tossicità del composto sareb-
be piuttosto bassa.
Per quanto le ricerche scientifiche più com-
plesse e originali eseguite da Bartolomeo
Gosio siano forse quelle sul gas arsenicale, il
suo nome è legato anche alla storia degli an-
tibiotici. Il suo lavoro è stato spesso descrit-
to come una anticipazione dei celeberrimi
studi sulla penicillina effettuati da Alexan-
der Fleming e, successivamente, dai ricerca-
tori di Oxford E. Chain e H. W. Florey, che
furono premiati nel 1945 con il Nobel per la
Medicina e la Fisiologia31.
Questo filone di ricerca era rivolto all’indi-
viduazione delle cause della pellagra, una
malattia endemica diffusissima in molte re-
gioni del nord Italia, in particolare Lombar-
dia e Veneto, a partire dalla fine del XVIII
secolo32. L’ipotesi che la malattia fosse cau-
sata da un’alimentazione quasi esclusiva-
mente maidica risale agli inizi dell’Ottocen-
to, con Marzari, ma l’idea che dipendesse
dalla carenza di una vitamina ancora scono-
sciuta risale agli anni Venti del secolo suc-
cessivo, con il tedesco Funk. Dovette tutta-
via trascorrere ancora oltre un decennio pri-
ma che si identificasse, in animali da
laboratorio e quindi nell’uomo, l’esistenza
della vitamina PP (pellagra preventing) o
acido nicotinico33.Gosio sosteneva un’ipote-
si diversa, secondo la quale la pellagra era
causata da un avvelenamento prodotto dal
mais alterato, in particolare per l’azione di
alcune muffe34.Nel corso delle ricerche, che
evidentemente non poterono dimostrare
l’ipotesi del “tossicozeismo”, sostenuta in
precedenza anche da Cesare Lombroso,
Gosio giunse tuttavia a purificare e cristal-
lizzare una sostanza con caratteristiche feno-
liche, alla quale non diede un nome preciso,
che veniva prodotta da un fungo del genere
Penicillium. I risultati, con la descrizione
delle proprietà tossiche e antibatteriche del
composto, sono stati descritti anche in altri
lavori di poco successivi35 ele ricerche con-
tinuarono per circa un ventennio. Nel 1907
«da Bergamo, centro di fortissimo risveglio
nella lotta antipellagrosa, pervenne a S. E. il
Ministro dell’Interno richiesta di un incari-
co allo scrivente a tenere in quella provincia
una serie di conferenze che dovevano in
complesso convergere sulle alterazioni del
mais e sui metodi per riconoscerle»36.Nello
stesso lavoro risultava evidente che Gosio
era ben consapevole delle posizioni di alcu-
ni altri scienziati in tema di pellagra e, con
ammirevole correttezza scientifica, ammet-
teva: «lo sviluppo dottrinale sull’etiologia
della pellagra fece passi notabili anche in-
verso all’indirizzo che noi sosteniamo».
Concludeva tuttavia affermando che «qua-
lunque possa essere l’esito delle indagini fu-
ture, sempre non si potrà disconoscere la
grande tendenza del mais a farsi sede d’uno
sviluppo ifomicetico ed il grave pericolo
che, in causa di tale parassitismo, esso rap-
presenta per la salute dei consumatori».
Quasi a compensare l’errore nell’individua-
re l’eziologia della pellagra, la sostanza da
lui identificata gli fece raggiungere, come
già ricordato, una grande notorietà nell’am-
bito degli studi sugli antibiotici, i nuovi far-
maci che, di poco successivi ai sulfammidici,
apartire dagli anni Quaranta permisero di
salvare milioni di vite umane37.L’azione an-
tibatterica della sostanza, successivamente
identificata come acido micofenolico, unita
al fatto che essa veniva prodotta da un Peni-
cillium,ha tuttavia indotto in errore diversi
36
Bartolomeo Gosio
autori, i quali l’hanno confusa con gli anti-
biotici della categoria delle penicilline. Inol-
tre la dicitura “arsina penicillare”, che com-
pare su un flacone tuttora presente presso il
Museo di Storia della Medicina di Roma
non può riferirsi a un ipotetico «primo cam-
pione di penicillina», come sostengono Bor-
ra (1988) e Donelli & Di Carlo (2002), ma è
certamente relativo al composto mercurico
della trimetilarsina citato in Gosio38.Questa
confusione nulla toglie all’importanza della
scoperta di Gosio, che fu esplicitamente ri-
conosciuta da Florey et al. (1946), secondo i
quali l’acido micofenolico «ha l’onore di es-
sere il primo antibiotico, derivato da un fun-
go, che è stato cristallizzato»39.Malaugurata-
mente, questo importante riconoscimento
giunse quando Bartolomeo Gosio era ormai
morto da due anni.
La complessa struttura cristallina dell’acido
micofenolico è stata definita soltanto recen-
temente40 eBentley (2001) ne ricorda nume-
rosi utilizzi in campo medico, che compren-
dono la riduzione dei fenomeni di rigetto in
seguito a trapianto e il trattamento del Lu-
pus eritematoso sistemico (Les)41.
Un altro grande aspetto della sanità e del-
l’igiene pubblica al quale Gosio dedicò una
gran parte della sua vita, di certo quello in
cui più evidente emerge la sua grande uma-
nità, è lo studio della malaria, nel corso del
quale lo scienziato maglianese ebbe occasio-
ne di collaborare con Robert Koch, uno dei
fondatori della moderna microbiologia.
«Nell’agosto dell’anno 1898, i laboratori
della Sanità pubblica ebbero l’onore di ac-
cogliere il prof. Koch coi suoi assistenti,
prof. Pfeiffer e prof. Kossel, venuti in Italia
per lo studio della malaria. Fin da quell’epo-
ca, dietro consiglio dello stesso Koch, noi
non credemmo limitarci ai soli doveri
d’ospitalità verso un illustre scienziato, ma
prendemmo parte attiva alle sue ricerche, ed
utilizzammo il più possibile il suo lavoro,
onde prepararsi a portare qualche contribu-
to in una questione di così alta importanza
per l’igiene nazionale nostra»42.Gosio si oc-
cupò della lotta alla malaria dapprima nella
Maremma Toscana, a Grosseto, quindi in al-
cune regioni dell’Italia meridionale. Studiò
afondo le modalità di trasmissione della
malattia e le possibili azioni di bonifica: a
questo proposito è d’obbligo ricordare la
sua continua insistenza sul concetto di “bo-
nifica umana”, che consiste nell’ottenere la
guarigione completa di tutti gli ammalati en-
tro un ciclo annuale, con l’intento di impe-
dire alle zanzare di infettarsi con i soggetti
non perfettamente guariti (a volte asintoma-
tici) e quindi di trasmettere a nuove persone
sane il micidiale Plasmodio.
Grande energia venne spesa da Gosio per la
fondazione e il sostegno delle «Colonie pro
bambini malarici […] istituti sorti da qual-
che anno in vari punti della media e della
bassa Italia, intieramente dedicati ai fanciul-
li, con un programma di riscatto fisico e mo-
rale»43.La prima colonia sorse a Monticchio
di Basilicata nel luglio 1910 e a Gosio rima-
sero impresse nella mente le immagini e gli
episodi più suggestivi del giorno. Così parla-
va dei bambini ammalati: «Sono spettri nani
-colorito terreo, occhi lucidi ed infossati,
abiti a brandelli. - Tengono al braccio un
piccolo involto - li accompagna una miste-
riosa incognita […] quei poveri piccini sono
tanto comune spettacolo d’ogni giorno, che
nessuno se ne cura; il loro abbandono fa sol-
tanto pena a noi,predisposti a sentirlo». Vie-
ne da pensare che Gosio avesse in mente
suo figlio Renato44,allora un fanciullo di no-
ve anni, coetaneo delle sfortunate creature
che gli stavano davanti.
Oltre un decennio più tardi Gosio ricordava
«Il convincimento sulla necessità di un’assi-
stenza speciale ai bambini affetti da febbre
palustre mi venne fin dal 1906, quando la
Direzione Generale della Sanità Pubblica
presso il Ministero dell’Interno m’incaricò
di organizzare i servizi antimalarici nella Ba-
silicata e nella Calabria»45.Altri ricoveri sor-
sero quindi in Calabria, nel Lazio, in Vene-
to, in Sicilia, in Sardegna. La colonia più im-
portante per Gosio fu tuttavia quella
fondata nel 1910 a Rocca di Papa «ad inte-
resse di un comitato presieduto dalla Signo-
ra Giuseppina Ferrari Regis», nella quale
egli ebbe un ruolo di primo piano per molti
anni, tanto che spesso si riferisce ad essa
parlando della «nostra» colonia. La struttu-
ra venne temporaneamente trasferita ad
Ariccia e quindi, finalmente, al Borghetto
(Grottaferrata), dove a metà degli anni
Trenta erano ricoverati circa 200 bambini46.
Nella sede del Borghetto alla struttura erano
aggregati una chiesa, una scuola, un labora-
torio di cucito e materiali per attività agrico-
le e di allevamento di piccoli animali. Anche
se i fondi per il funzionamento provenivano
da feste di beneficenza, concerti, conferen-
37
19 GOSIO B., 1896b. Ricerche batteriologiche e chimiche sulle
alterazioni del mais. Contributo all’etiologia della pellagra
(Memoria 2a)(Continuazione e fine). Riv. Igiene Sanità
Pubblica, Anno VII, n. 22: 869-888.
20 Abba, 1908.
21 AA.VV., 1891. Abstracts of papers communicated to the
Seventh International congress of Hygiene and Demography;
London, August 10-17, 236 pp; MORTIMER P., 2006. The
founders of modern microbiology. The 1891 London
Congress of Hygiene and Demography. Microbiology today,
May 2006: 54-57.
22 Gosio, 1906.
23 SANGER,C. R. 1893a. On the formation of volatile
compounds of arsenic from arsenical wall papers. Proc. Am.
Acad. Arts Sci., 29:112-147; SANGER, C. R. 1893b. On chronic
arsenical poisoning from wall papers and fabrics. Proc. Am.
Acad. Arts Sci., 29:148-177.
24 GOSIO B., 1900a. Ricerche ulteriori sulla biologia e sul
chimismo delle arseniomuffe. Roma, Società Ed. Dante
Alighieri, 13 pp. Estratto da Il Policlinico,vol. VII-M; GOSIO B.,
1901. Recherches ultérieures sur la biologie et sur le
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25 CHALLENGER F., HIGGINBOTTOM C. & ELLIS L., 1933. The
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microorganisms. Part 1. Trimethylarsine and dimethylarsine.
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26 CHALLENGER F., HIGGINBOTTOM C., 1935. The production of
Trimethylarsine by Penicillium brevicaule (Scopulariopsis
brevicaulis). Biochem. J., 29: 1757-1778.
27 BENTLEY R., CHASTEEN T. G., 2002. Microbial Methylation of
Metalloids: Arsenic, Antimony and Bismuth. Microbiology and
Molecular Biology Reviews, June 2002: 250-271.
28 JONES D.E.H., LEDINGHAM K.W.L., 1982. Arsenic in
Napoleon’s Wallpaper. Nature, 229: 626-627.
29 BATTISTON R., 2008. I capelli dell’Imperatore. Le Scienze,
marzo 2008, n. 475: 25.
30 CULLEN W. R., BENTLEY R., 2005. The toxicity of
trimethylarsine: an urban myth. J. Environ. Monit., 7: 11-15.
31 AGRIFOGLIO L., 1954. Igienisti italiani degli ultimi cento anni.
Milano, Hoepli, 144 pp.; STHÅLE N. K., 1967. Nobel Prizes. In:
Enciclopædia Britannica, Vol. 16: 548-552; DONELLI G., DI
CARLO V., 2002. I laboratori della Sanità Pubblica.
L’amministrazione sanitaria italiana tra il 1887 e il 1912. Bari,
Laterza, 294 pp.; BORRA, 1988.
32 DEGIAXA,1927. La Pellagra. In: Casagrandi O. (red.),
Trattato italiano di Igiene, vol. 6°,parte sesta, fasc. I, Torino,
UTET, 120 pp.
33 De Giaxa, 1927; FRONTALI G., 1955. Pellagra. In: AA.VV.,
Enciclopedia medica italiana, vol. VII. Firenze, Sansoni
Edizioni Scientifiche, XII+2383 pp.
34 GOSIO B., 1893. Contributo all’etiologia della pellagra.
Ricerche chimiche e batteriologiche sulle alterazioni del mais.
G. R. Accad. Med. Torino,61 (seduta del 16 maggio 1893):
484-487.
Pag. 36: Gosio sosteneva che la malattia della pellagra
fosse causata da un avvelenamento prodotto dal mais
alterato, in particolare per l’azione di alcune muffe.
ze, pubbliche sottoscrizioni, sussidi della
Real Casa e del Ministero, elargizioni priva-
te, contributi di soci47,circa un terzo delle
spese poteva essere coperto dagli introiti dei
prodotti agricoli venduti48.
Oltre all’attività legata ai sanatori per bam-
bini malarici, gli ultimi anni di Bartolomeo
Gosio lo videro ancora interessato ai pro-
blemi delle intossicazioni da arsenico, in
particolare nei pressi della città di Danzica49,
nonché all’eziologia dell’influenza50.
Bartolomeo Gosio morì a Roma nel 1944,
«amareggiato e alquanto disturbato da
eventi dell’ultima guerra», sebbene «con-
fortato dalla speranza cristiana»51.Il bollet-
tino parrocchiale di Magliano Alfieri ripor-
tò brevemente la notizia: «Agli amici e di-
pendenti del Prof. Bartolomeo Gosio è
giunta la notizia della sua morte, avvenuta
in Roma il 15 Aprile. La Gazzetta del Popo-
lo così parlava, annunciando la sua morte:
“Si è spento oggi, dopo lunga malattia, il
prof. dott. Bartolomeo Gosio, piemontese,
che da oltre 60 anni risiedeva a Roma, ove
aveva raggiunto fama internazionale come
medico e come scienziato”»52.Nella breve
nota non viene fatto alcun accenno alla ce-
rimonia funebre, ma sette anni più tardi, in
un bollettino parrocchiale in gran parte de-
dicato alla figura del “Prof. Comm. Barto-
lomeo Gosio”, si leggevano le seguenti pa-
role: «Tutto il paese fu ad accogliere la sal-
ma la domenica 22 aprile u.s., quando
lasciava per l’ultima volta la sua casa ed en-
trava ancora una volta nella Chiesa Parroc-
chiale». Questo testo sembra contraddire
Adriano et al. (1986), secondo i quali la ce-
rimonia fu celebrata a Magliano Alfieri nel-
lo stesso anno della morte. In ogni caso
l’evento ebbe una certa risonanza, dal mo-
mento che erano presenti l’avv. Mario Pet-
tinati, l’avv. Giovannoni, sindaco di Alba, il
prof. dott. Carusi, medico provinciale, i
dott. rappresentanti della “Colonia perma-
nente Bartolomeo Gosio” e il sen. Bubbio.
«Le note della Banda, che avevano salutato
con mestizia fin dal principio della funzio-
ne la cara salma, ora riprendevano la loro
voce, mentre il corteo si avviava verso il
Camposanto»53.
38
Bartolomeo Gosio
RINGRAZIAMENTI
Il presente lavoro non sarebbe mai stato
svolto senza la disponibilità, la cortesia e la
collaborazione di Susanna Gosio Farano, ni-
pote di Bartolomeo Gosio: a lei un doveroso
quanto sentito ringraziamento.
Grazie inoltre a don Guido Davico, che ha
messo a disposizione l’archivio della parroc-
chia di Sant’Andrea (Magliano Alfieri); a
don Giovanni Rocca, che ha effettuato ri-
cerche presso l’archivio del Seminario Dio-
cesano di Alba; al prof. Paolo Mazzarello,
che mi ha incoraggiato nella prosecuzione
delle ricerche e mi ha fornito alcuni suggeri-
menti operativi; agli amici Paola Ferraro e
Bruno Berta, che mi hanno fatto dono di
gran parte della biblioteca del dott. Pietro
Ferraro, medico-chirurgo di Altare, dalla
quale ho potuto attingere alcune delle fonti
bibliografiche consultate; a mio fratello
Mauro e a mia moglie Marina Zaninetti per
le frequenti discussioni, i consigli e i sugge-
rimenti in varie fasi della progettazione e
della stesura del lavoro.
39
35 GOSIO B., 1896a. Ricerche batteriologiche e chimiche sulle
alterazioni del mais - Contributo all’etiologia della Pellagra
(Memoria 2a). Rivista d’Igiene e Sanità pubblica, Anno VII, n.
21: 825-868. ; GOSIO, 1896; GOSIO B., FERRATI E., 1896.
Sull’azione fisiologica dei veleni del mais invaso da alcuni
ifomiceti - Contributo all’etiologia della Pellagra (Memoria
3a). Rivista d’Igiene e Sanità pubblica, Anno VII, n. 24 (16
dicembre 1896): 961-981.
36 GOSIO B., 1909. Alterazioni del granoturco e loro profilassi
-Conferenza illustrata tenuta nei capoluoghi di Circondario
del Bergamasco. Ministero di Agricoltura, Industria e
Commercio, Direzione Generale dell’Agricoltura. Roma,
Tipografia nazionale di G. Bertero e c. - Annali di Agricoltura,
n. 261, 38 pp. e XXII tav.
37 LECOUTEUR & BURRESON, 2006; BORRA E., 1988; DONELLI G.
& DICARLO V., 2002.
38 GOSIO B., 1900°.
39 FLOREY H.W., GILLIVER K., JENNINGS M.A., SANDERS A.G.,
1946. Mycophenolic Acid. An Antibiotic from Penicillium
brevicompactum Dierckx. The Lancet, jan. 12, 1946: 46-49.
40 COVARRUBIAS-ZÚÑIGA A., ZÚÑIGA-VILLAREAL N, GONZÁLEZ-LUCAS
A., DÍAZ-DOMÍNGUEZ J., ESPINOSA-PÉREZ G., 2000. Crystal
structure of Mycophenolic Acid: 6-(4-Hydroxyl-6-methoxy-7-
methyl-3-oxo-1,3-dihydroisobenzofuran-5-yl)-4-methyl-hex-
4-enoic Acid. Analytical Sciences, July 2000, vol. 16: 783-
784.
41 DENTON M. D., MAGEE C. C. & SAYEGH M. H., 1999.
Immunosuppressive strategies in transplantation. The Lancet,
353: 1083-1091. ROSSI E., 2001. LES: esperienza clinica con
micofenolato di mofetile. XXIII Congresso Nazionale della
Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica.
Sorrento, 13 ottobre 2001.
42 GOSIO B., 1900b. La malaria di Grosseto nell’anno 1899 -
contributo epidemiologico e profilattico. Roma, Società
Editrice Dante Alighieri, 54 pp. + 1 tav. Estratto da Il
Policlinico,vol. VII-M.
43 GOSIO B., 1913. Colonie pro bambini malarici. Firenze,
Rassegna Nazionale, fasc. 16 settembre 1913.
44 Anche Renato Gosio (1901-1982), figlio di Bartolomeo e
di Petronilla Luccia Riberi, si occupò di malaria e, nella
prefazione di un importante lavoro sulle modificazioni
abnormi subite dalla milza dei malarici (Gosio, 1944), scrisse:
«da B. Gosio, mio padre, pioniere nella lotta antimalarica e
iniziatore della «bonifica umana», ebbi l’entusiasmo e i mezzi
per compiere grande parte di questo lavoro nelle Colonie
Agricole Antimalariche, da Lui ideate […] e dirette per circa
un trentennio».
45 GOSIO B., 1925a. Colonie di bonifica per i bambini malarici.
In:Organizzazioni Antimalariche alla luce delle nuove dottrine.
Direzione Generale della Sanità Pubblica. Spoleto, Arti
Grafiche Panetto & Petrelli, 61 pp.
46 GOSIO B., 1936. Sanatori per bambini malarici. Rivista di
Malariologia, Anno XV, sezione I, pp. 345-357.
47 Gosio, 1913.
48 GOSIO B., 1924. La colonia agricola antimalarica di
Borghetto nel suo primo anno di vita. Roma, 12 pp.
49 GOSIO B., 1925b. Sul così detto Morbo di Frisches Haff di
Danzica. Il Policlinico (Sezione Pratica); GOSIO B., 1931.
Riflessioni tecniche sulla “nebbia che uccide”. L’Igiene
Moderna,Anno XXIV,N.2 , febbraio 1931, estratto di 4 pp.
50 Gosio, 1937.
51 Borra, 1988.
52 ANONIMO,1944. È morto un nostro celebre concittadino. Il
buon angelo delle famiglie (bollettino parrocchiale), n. 5,
Maggio 1944: 3.
53 (Anonimo, 1951)
unpublished English translation of the paper:
Aimassi G., 2008. Bartolomeo Gosio. Lo scienziato di Magliano a un
passo dal Nobel. Roero. Terra ritrovata, N. 0: 32-39.
Giorgio Aimassi
Bartolomeo Gosio (1863 – 1944)
Physician and hygienist
Bartolomeo Gosio (Magliano Alfieri, 1863 - Roma, 1944) was remembered in the last few decades
of the 20
th
century in the volume “Gente di Magliano [People of Magliano]” (Adriano et al., 1986)
and in a lengthy note published in the “Federico Eusebio” Museum’s Journal (Borra, 1988).
Successively, Bentley (2001) has produced an important scientific biography.
These publications had the merit of highlighting Gosio’s scientific work, which took place over the
course of nearly half a century, during a period which saw the birth and the rapid development of
experimental micro-biology. His first studies date back to 1891, when he published a note on
volatile arsenic compounds (Gosio, 1891), and continued until at least 1937, when he wrote a paper
on the aetiology of influenza (Gosio, 1937).
This paper aims to provide an additional contribution to our knowledge of the life and work of this
scientist. It has been made possible thanks to the help of Mrs. Susanna Gosio Farano, who made
available to us her grandfather’s works, gathered in nine volumes containing almost all his
publications, as well as some by other authors which refer to them.
The year 2008 is particularly well suited for remembering Bartolomeo Gosio, because it was
exactly 100 ago that the Turin Royal Academy of Medicine awarded him the Riberi Prize. “I
dedicate these studies to my mother’s memory, since they began among the last caresses of her
affection”: thus reads the dedication prefacing the “Studies on the bioreactions of arsenic, tellurium,
and selenium and their practical applications” (Gosio, 1906), for which he was awarded the prize.
The panel of judges motivated their decision as follows (Bozzolo et al., 1908):
«Prof. Gosio discovered new and very important facts thanks to lengthy, patient studies on the
physiology of certain fungal and bacterial micro-organisms. After having proven the existence of a
type of arsenicism of a biological nature, he masterfully discussed the complex topic of bio-
reactions by demonstrating the activity of these micro-organisms on selenium and tellurium
compounds, and immediately identified a practical application of biological arsenic and tellurium
reactions to curative and preventive serums. His work has very useful applications in the fields of
hygiene prevention, therapeutics, and legal medicine. […] His work […] is original, complete, and
harmonic in all its parts, and as such, it has already been appreciated by the Lombardy Institute
and the Lincean Academy».
This prize was instituted in 1862 in honour of Alessandro Riberi, a great scientist, surgeon, and
philanthropist, who gave great impulse to military health care and honoured our Academy with his
nobility” (Bobbio, 1938), known for, among other things, having been the first to bring ether
anaesthesia to Italy in 1847 (Mazzarello, 2006). Riberi himself, before his death in 1861, wrote this
in his will: «I bequeath the necessary sum […] so that every three years the Medical and Surgical
Academy I helped found can grant a twenty-thousand lira prize».
Some of the illustrious Italian scientists who received the award before Gosio include Giulio
Bizzozero (in 1883, during the 6th awards ceremony, for discovering the function of platelets in
blood) and Camillo Golgi (in 1893, during the 8th awards ceremony, for his study on the lifecycle
of the malaria plasmodium), who would subsequently win the Nobel Prize for Medicine (1906) for
his studies on the nervous system (Bobbio, 1938; Gravela, 1989; Mazzarello, 2006).
Along with the Riberi Award, Gosio also received numerous other important acknowledgements,
including one from the Tropical Institute at Hamburg and another from the Turin Chemistry
Congress in 1925; in 1928 he was awarded the Pagliani Prize as the leading Italian hygienist
(Jerace, 1945; Bentley, 2001). A particularly noteworthy fact is his nomination for the Nobel Prize
for Medicine in 1922, for his work on arsenic mould; the archives of the Swedish Academy show at
least one nomination on the part of Prof. Pietro Canalis, Professor of Hygiene at the University of
Genoa (http://nobelprize.org/nomination/medicine).
Bartolomeo Gosio was born on March 16, 1863 in Magliano d’Alba, known today as Magliano
Alfieri, “at three o’clock in the evening”. This date is drawn from the Registry of Births and
Baptisms of Sant’Andrea Parish, but in some publications Gosio’s birth date is given as March 17
(Anonymous, 1951; Borra, 1988). The same registry reads as follows a child of the masculine sex
was presented to the Church […] the son of Gosio Giacomo, veterinarian, and Troja Antonia,
person of means, […] to whom baptism was administered […] with Gosio Bartolomeo,
veterinarian, serving as godfather and Troja Angela born Rabino, person of means, serving as
godmother”. Don Paolo Dotta was the parish priest who signed the act.
Relations between Bartolomeo Gosio and the family of the pedagogist Vincenzo Troja were
described by Cardinali et al. (1983): Bartolomeo’s maternal grandparents were Giovanni
Bartolomeo Troja, son of Giacomo Antonio, who was the brother of Vincenzo Troya (1806-1883),
and Angela Rabino, the godmother mentioned in the baptism act.
Adriano et al. (1986) recall that Bartolomeo Gosio “born in Magliano in a family of veterinarians,
studied at the Alba Seminary thanks to his uncle Vincenzo Troya”. A lengthy tribute published in
the parish bulletin (Anonymous, 1951) also mentions that he began his studies at the Alba
seminary”.
On October 1, 1900, in Boves, Gosio married Petronilla Lucia Riberi, daughter of Bo Maddalena
and senator Spirito Riberi (M. Dutto, pers. comm.), grandson of the above-mentioned Senator
Alessandro Riberi.
Dr. Francesco Abba (1908) provided some information on Gosio’s curriculum vitae, particularly
with regards to his first three years of university studies in Turin, and his subsequent transfer to the
University of Rome, with his graduation in 1888 with full marks and distinction of merit”. His
thesis, which dealt with protozoa as agents of disease”, was prepared at the University of Turin, in
Prof. Perroncito’s parasitology laboratory.
Bartolomeo Gosio, along with Achille Sclavo, was immediately accepted as an assistant in the
School of Public Hygiene by the Director for Health Care, Prof. Luigi Pagliani. Gosio worked in
both the chemistry and bacteriology labs, thus acquiring in-depth experience in both fields.
Thanks to his brilliant record as a student and to the initial results of his research, Gosio was
awarded his first scholarship abroad, and thus had the chance to specialise in scientific laboratories
in Munich, Leipzig, and Berlin; soon after his return to Italy, he was awarded another scholarship
for a specialisation course abroad and left for the University of Berlin, where he completed some
interesting work on the cholera bacterium (Abba, 1908). Two of the specialists with whom he
studied abroad were Max Rubner and Hans Thierfelder, thanks to whom he perfected his
knowledge of physiological chemistry and microbiology (Fermi, 1944). Abba (1908) also points out
that Gosio, after receiving the title of Director of the Health Care Laboratory, without taking on
airs as if he’d discovered gunpowder at least once a month”, was also awarded a teaching
qualification in hygiene and a professorship at the University of Sassari. As early as 1896 Gosio
was qualified as a docent in hygiene at the University of Turin (Gosio, 1896b), but he preferred to
continue his work on behalf of public health, partly in collaboration with Robert Koch, who had
travelled to Italy to study malaria, and partly studying the plague and travelling “from Rome to
Berlin, from Oporto to Naples, and anywhere a sharp mind was needed” (Abba, 1908).
Some of Gosio’s initial contacts with the international scientific community include his
participation in the seventh International Congress of Hygiene and Demographics, held in London
between 10 and 17 August 1891, which also saw the participation of some of the main players
behind the microbiology revolution of the late 19th century (AA.VV., 1891; Mortimer, 2006).
Gosio himself recalled his meeting with C. H. Sanger, who was also studying the toxic substances
found in tapestries, particularly the green artificial colours contained therein: in the introduction to
his final work on arsenic gases, Gosio provides an accurate overview of all previous work on the
subject (citing authors such as Gmelin, Riedel, von Basedow, Selmi and Sanger) and recalls that the
American scientist was able to consult his work directly at the London Congress, when he presented
the first colonies of Mucor mucedo in arsenic soil, with persistent and very intense garlic fumes
(Gosio, 1906). After their meeting, which allowed him to learn about the experimental conditions
under which the laboratory trials of his Italian colleague took place, Sanger quickly published the
results of his work, which confirmed Gosio’s conclusions (Sanger, 1893a, 1893b). The chemical
analyses that Gosio himself performed made it possible to identify the gas as diethylarsine (Gosio,
1900a, 1901), but the exact nature of the compound was only discovered in the 1930’s. The papers
that are usually cited for the definitive identification of trimethylarsine are those by Challenger et al.
(1933) and Challenger & Higginbottom (1935).
‘Domestic arsenicism’, a term used to describe arsenic gas poisoning in homes, with the modalities
described Bartolomeo Gosio, may have even struck Napoleon Bonaparte (Jones & Ledingham,
1982). After many years of debate over his possible arsenic poisoning, there no longer seem to be
any doubts about the fact that the Emperor died from a cancer; nevertheless, the latest analyses
performed at the INFN Gran Sasso laboratories (Battiston, 2008) have confirmed a high
concentration of arsenic in his hair, whose origin could be tied to the “Gosio Gas”. It should be kept
in mind, however, that the role of trimethylarsine as a possible source of poisoning was recently
challenged by Cullen & Bentley (2005), who maintain that the toxicity of this compound is rather
low. Gosio himself, although certain of the gas’ toxicity, admitted that he had not yet achieved
convincing experimental results (Gosio, 1906).
Although Bartolomeo Gosio’s most complex and original research dealt with arsenic gas, his name
is also linked to antibiotics. His work has often been described as a precursor of the renowned
studies on penicillin carried out by Alexander Fleming and, subsequently, by Oxford researchers, E.
Chain e H. W. Florey, who received the 1945 Nobel Prize for Medicine and Physiology (Agrifoglio,
1954; Sthåle, 1967; Borra, 1988; Donelli & Di Carlo, 2002).
This line of research aimed to identify the causes of pellagra, an endemic disease that was
widespread in much of northern Italy, especially Lombardy and Veneto, since the end of the 18th
century (De Giaxa, 1927). The hypothesis that the disease was caused by an almost exclusively
corn-based diet dates back to the early 1800’s, but the idea that it could be caused by a deficiency in
a vitamin that had not yet been discovered first emerged in the 1920’s, thanks to the German
scientist Funk; more than ten years had to pass, however, before the existence of vitamin PP, also
known as niacin, was discovered in lab animals and subsequently in humans (De Giaxa, 1927;
Frontali, 1955). Gosio proposed a very different hypothesis, according to which pellagra was caused
by poisoning from corn altered by the actions of certain kinds of mould (Gosio, 1893). Over the
course of his research, which was evidently not able to prove this hypothesis, which had previously
been supported by Cesare Lombroso as well, Gosio nevertheless managed to purify and crystallize a
substance with phenolic characteristics, to which he did not assign a specific name, and which was
produced by a fungus in the genus Penicillium. The results, including the description of the
compound’s toxic and anti-bacteria properties, were also discussed in other publications that
appeared shortly thereafter, and research on this subject continued for about twenty years (Gosio,
1896a, 1896b; Gosio & Ferrati, 1896). In 1907 “His Excellency the Minister of the Interior received
a request from Bergamo, the hub of the fight against pellagra, to have Bartolomeo Gosio give a
series of conferences in that province to discuss corn alterations and how to recognise them
(Gosio, 1909). This work also showed that Gosio was aware of other scientists’ opinions regarding
pellagra, and with admirable scientific candour he admitted that: scientific developments on the
aetiology of pellagra have taken significant steps away from the direction we support”.
Nevertheless, he concluded by saying that “regardless of the outcome of future studies, it will not
be possible to ignore corn’s tendency to develop fungi and the serious danger for the health of
consumers that this type of parasitism represents”.
As a sort of compensation for his erroneous identification of pellagra’s aetiology, the substance he
identified helped him achieve great fame in the field of anti-biotic studies. The anti-bacterial action
of this compound, subsequently identified as micophenolic acid, along with the fact that it was
produced by a Penicillium, tricked numerous authors, who confused it with penicillin antibiotic.
Furthermore, the label arsina penicillare comp. mercurico” that is still affixed to a glass vial held
in the Museum of Medical History in Rome cannot refer to a hypothetical first sample of penicillin,
as stated by Borra (1988) and Donelli & Di Carlo (2002); rather, it refers to the mercuric chloride
complex of trimethylarsine cited by Gosio (1900a), as stated by Bentley (2001). This confusion
does not take anything away from the importance of Gosio’s discovery, which was explicitly
recognised by Florey et al. (1946), according to whom Mycophenolic acid enjoys the distinction of
being the first antibiotic produced by a mould to be crystallised”. Unfortunately, this important
acknowledgement arrived two years after Gosio’s death.
The complex crystal structure of micophenolic acid has only recently been described (Covarrubias-
Zúñiga et al., 2000), and Bentley (2001) lists several examples of its use in medicine, including
reducing transplant rejections and treating systemic lupus erythematosus (Denton et al., 1999;
Rossi, 2001).
Another major public health and hygiene issue to which Gosio dedicated a significant part of his
life, and one in which his humanity shines through, is the study of malaria, over the course of which
the Magliano-born scientist had the opportunity to work with Robert Koch, one of the founders of
modern micro-biology.
In August 1898, the Public Health labs were honoured to host Prof. Koch and his assistants, Prof.
Pfeiffer and Prof. Kossel, who travelled to Italy to study malaria. Starting then, under Koch’s
advice, we did not merely provide hospitality to an illustrious scientist, but actively participated in
his research, and took full advantage of his work, in order to be ready to contribute to a matter of
such great importance for the hygiene of our nation.” (Gosio, 1900b). Gosio began to work on the
fight against malaria in Grosseto – in the Maremma region of Tuscany – and subsequently in
several southern Italian regions. He studied malaria transmission modalities and possible
eradication efforts in depth: it is worth highlighting his insistence on the concept of “eradication
from humans”, which aims to completely cure all malaria patients before the end of an annual cycle,
in order to prevent mosquitoes to become infected from humans who are not completely cured (and
at times do not show symptoms) and transmitting the deadly Plasmodium to other people.
Gosio spent much energy in founding and supporting Camps [i.e. sanatoria] for children infected
with malaria […] which have been established over the last several years in various parts of
central and southern Italy, and which focus entirely on the physical and emotional recovery of
children(Gosio, 1913). The first such camp was established at Monticchio di Basilicata in July
1910, and the most evocative images and episodes from that day remained engraved in Gosio’s
mind. He wrote of the sick children: They are tiny spectres – ashen, with shiny sunken eyes, their
clothes in tatters. – They keep a small bundle under their arms – a mysterious uncertainty
accompanies them […] those poor children are such a common, everyday sight, that no one pays
them any attention; their abandonment only strikes those who are predisposed to feel it.” It is easy
to imagine that Gosio had his son Renato
1
in mind, who was then nine years old, the same age as
the unfortunate children in front of him.
Over a decade later, Gosio (1925a) recalled: I was convinced of the need for special assistance for
children suffering from malaria as early as 1906, when the Ministry of the Interior’s General
Directorate for Public Health put me in charge of organising anti-malaria efforts in Basilicata and
1
Dr. Renato Gosio (1901-1982), son of Bartolomeo and Petronilla Lucia Riberi, also worked on
malaria, and in the foreword to an important publication on the abnormal modifications of the
spleen of malaria patients, Gosio (1944) wrote: from B. Gosio, my father, a pioneer in the fight
against malaria and promoter of “eradication from humans”, I received the enthusiasm and the
means to conduct much of this work in the Anti-malaria Country Camps which he established […]
and ran for about thirty years”.
Calabria”. Other sanatoria were thus established in Calabria, Latium, Veneto, Sicily, and Sardinia.
For Gosio, the most important camp was established in 1910 in Rocca di Papa “thanks to the
interest of a committee presided by Mrs. Giuseppina Ferrari Regis”, in which he played an
important role for many years, to the extent that he often calls it our” camp. The camp was
temporarily transferred to Ariccia, and subsequently, and permanently, to Borghetto (Grottaferrata),
where about 200 children were hospitalised in the mid-1930’s (Gosio, 1936). The Borghetto camp
also included a church, a school, a sewing lab, and facilities for farming and rearing small animals.
Although most of the funds from the camp came from charity events, concerts, conferences, public
subscriptions, subsidies from the Royal Family and from the Ministry, private donations, and
contributions from members (Gosio, 1913), about one-third of the expenses could be covered by
income from the sale of agricultural products (Gosio, 1924).
Along with his work supporting sanatoria for children suffering from malaria, the last few years of
Bartolomeo Gosio’s life saw him studying problems related to arsenic poisoning, particularly near
the city of Gdansk (Gosio, 1925b; 1931), and the aetiology of influenza (Gosio, 1937).
Bartolomeo Gosio died in Rome in 1944, “saddened and greatly disturbed by the events of the last
war”, albeit “comforted by Christian hope(Borra, 1988). Magliano Alfieri’s parish bulletin briefly
reported the news: Friends and employees of Prof. Bartolomeo Gosio learned of his death, which
took place in Rome on April 15. La Gazzetta del Popolo newspaper wrote this about his death
«Prof. Dr. Bartolomeo Gosio died today after a long bout with disease. A native of Piedmont, he
had been living in Rome, where he achieved international fame as a physician and scientist, for
over 60 years»” (Anonymous, 1944). This brief note did not mention any memorial service. Seven
years later, a parish bulletin mostly dedicated to Prof. Comm. Bartolomeo Gosio(Anonymous,
1951), read as follows: On Sunday, April 22, the entire town turned out to salute the body, which
left Gosio’s home for the last time and entered once again the Parish Church”. The memorial
service aroused a great deal of interest, and people in attendance included Avv. Mario Pettinati,
Avv. Cleto Giovannoni, Mayor of Alba [from december 1948 to june 1956], Prof. Dr. Carusi,
provincial physician, physicians representing the “Bartolomeo Gosio permanent camp” and His
Excellency Senator Bubbio. The notes played by the band, which had quietly bid farewell to the
dearly departed since the beginning of the service, now grew louder as the funeral party headed to
the Cemetery” (Anonymous, 1951).
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Article
Napoleon's illness and death on St Helena have been the subject of controversy. His symptoms have been compared with those of arsenic poisoning1-3, and arsenic has been found in surviving samples of his hair4-8. During the nineteenth century, many people were accidentally poisoned by arsenical vapours from wallpaper9-11. Accordingly, it is an intriguing speculation that Napoleon may have ingested arsenic from his wallpaper. After presenting this speculation on a radio broadcast, one of us (D.E.H.J.) was offered an original sample of wallpaper from Napoleon's residence on St Helena. We report here that X-ray fluorescence measurements on this paper reveal enough arsenic to be capable of causing illness but probably not death. So if Napoleon was poisoned by arsenic, it may have come not from deliberate administration but from his wallpaper.
23 SANGER, C. R. 1893a. On the formation of volatile compounds of arsenic from arsenical wall papers
  • Gosio
22 Gosio, 1906. 23 SANGER, C. R. 1893a. On the formation of volatile compounds of arsenic from arsenical wall papers. Proc. Am.