Introduzione
Il fumo di tabacco è un agente etiologico trasversale e multiorgano responsabile di quella che l'OMS chiama Epidemia da Tabacco. Il fumo di sigaretta e il consumo di tutti i prodotti a base di tabacco rappresentano oggi la principale causa di morbilità e mortalità prevenibile (Satcher D, Am J Pub Health 2001), soprattutto nei Paesi occidentali, provocando ogni anno, in tutto il mondo, circa 5,4 milioni di morti premature a fronte di 1,3 miliardo di fumatori (US Department of Health and Human Services, 2004). In Italia, l'indagine DOXA-ISS del 2010 rileva una incidenza di fumatori pari al 21,7% nella popolazione generale sopra i 14 anni (11,1 milioni) e del 21,9% nella fascia d'età fra 15 e 24 anni. Il 55,5% degli attuali fumatori dichiara di avere iniziato a fumare prima dei 17 anni (DOXA, ISS, OSSFAD, 2010). Si calcola che in Italia muoiano, complessivamente, ogni anno, 85.000 persone per cause legate al fumo, e che uno ogni sei/sette decessi sia dovuto ad una patologia fumo-correlata. Nei Paesi industrializzati, dove il numero dei fumatori negli ultimi decenni sembra in declino, la prevalenza del fumo negli adolescenti non accenna a diminuire (Warren CW et al, Lancet 2006). I fumatori che iniziano a fumare in giovane età e continuano a farlo regolarmente hanno il 50% di probabilità di morire a causa di una patologia fumo-correlata (CDC, MMWR 1998). Le stime dell'OMS prevedono che, per l'anno 2030, se non cambierà il trend del tabagismo, il tabacco ucciderà oltre 10 milioni di persone, molte di più delle vittime dell'HIV, della tubercolosi, degli incidenti stradali, dei suicidi e degli omicidi messi insieme. Lo sport invece, da sempre, è sinonimo di vita e benessere. Lo sport fa bene alla salute, aiuta a raggiungere un migliore stato di benessere psico-fisico, ispira libertà, bellezza e divertimento, ed è sinonimo di prestanza fisica, di determinazione, di sfida ai propri limiti personali. Lo sport insegna il rispetto. Viceversa il tabagismo è esattamente l'opposto: nega il rispetto per il prossimo, è dipendenza, è non libertà, è non pulizia (dentro e fuori), è sfida ai limiti imposti dall'esterno, porta a conquiste fasulle e ad una effimera immagine positiva di sé che si basa su un oggetto chiamato sigaretta e si esaurisce nell'arco di pochi minuti, dà una minore prestanza fisica, danneggia la salute e compromette una ottimale performance sportiva (Fornaro A, Tabaccologia 2004). In sostanza, un connubio impossibile fra fumo e sport.