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Manzi F., Savarese G., Iannaccone A. (2017), Socio-materialità degli oggetti e funzioni sociali: uno studio con bambini autistici di età prescolare. In Programma del XXX Congresso Nazionale AIP-Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione. Complesso Universitario di Messina, 14-16 settembre 2017

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Abstract

Introduzione La letteratura sull’autismo riferisce un interesse tra l’utilizzo dell’oggetto e le manifestazioni delle funzioni sociali pre-operatorie, come il pointing (Camaioni et al, 2003), l’imitazione (Custance et al., 2014) e l’attenzione all’altro (Bruckner & Yoder, 2007).Alcuni studi hanno evidenziato difficoltà nell’imitare l’uso non convenzionale degli oggetti (Stone et al., 1997), mentre altri riportano chei bambini autistici in età prescolare presentano maggiore facilità nell’imitare l’uso convenzionale dell’oggetto (Bruckner & Yoder, 2007). Inoltre, attività relative all’oggetto favorirebbero: una maggiore attenzione congiunta con adulti o pari (Korkiakangas et al., 2013); l’imitazione motoria (Ingersoll & Gergans, 2007); la comunicazione intenzionale con un partner sociale (Taylor et al. 2007). Infatti, l’oggetto diviene mediatore per l’attenzione e per l’interazione con partner sociali (Phillips et al.,1995). Gli obiettivi del presente studio sono stati: a) individuare se l’“azione/interazione attraverso l’oggetto” (“funzioni materiali degli oggetti”) favorisse, in bambini autistici (DSA),la manifestazione di“funzioni sociali”: dichiarativa (pointing); imitativa; di attenzione al richiedente (l’adulto osservatore); b) identificare una sequenza di azioni che facilitasse l’emergere delle funzioni sociali. Metodo Lo strumento utilizzato è una scheda di osservazione ad hoc, con 9 aree che indagano le caratteristiche e le funzioni socio-materialidegli oggetti. Abbiamo suddiviso i soggetti (di età prescolare, DSA e con competenze nel linguaggio verbale) in: -gruppo1: 18 bambini che, a seguito di precedenti osservazioni, avevano agito ed interagito attraverso l’oggetto (perché manipolato, osservato, compreso nell’uso e qualche volta denominato); - gruppo2: 25 bambini, che, a seguito di precedenti osservazioni, non avevano agito ed interagito con e sull’oggetto. Ogni osservazione ha avuto una durata media di 26 minuti ed è stata trascritta su un protocollo costruito ad hoc. I bambini sono stati osservati in interazione con un oggetto, un gioco a loro scelta tra quelli di movimento, di costruzione, sensoriali, simbolici. Risultati I bambini del gruppo 1 hanno presentato maggiori funzioni sociali di quelli del gruppo 2: pointing (60%); imitazione (90%); attenzione al richiedente (60%). Attraverso un’analisi fattoriale, è stata identificato, ma solo per il gruppo 1, una componente (>.5) relativa ad una sequenza fissa di azioni: 1) prendere l’oggetto in maniera spontanea; 2) indicarlo, manipolarlo ed esplorarlo; 3) attraverso l’oggetto, cercare il contatto oculare con l’adulto; 4) utilizzare l’oggetto assieme all’adulto in maniera convenzionale. Conclusioni I nostri dati hanno evidenziato risultati nettamente migliori nelle funzioni sociali per i bambini autistici che avevano sperimentato le funzioni materiali degli oggetti.
Socio-materialità degli oggetti e funzioni sociali:
Socio-materialità degli oggetti e funzioni sociali:
uno studio con bambini autistici di età prescolare
uno studio con bambini autistici di età prescolare
Federico Manzi1,3, Giulia Savarese2, & Antonio Iannaccone3
*Unità di Ricerca sulla Teoria della Mente, Dipartimento di Psicologia, Università Cattolica del Sacro Cuore; ** Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Salerno; *** Institut de
Psychologie et Éducation, Université de Neuchâtel
gsavarese@unisa.it
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
La letteratura sull’autismo riferisce un interesse tra l’utilizzo dell’oggetto e le manifestazioni delle funzioni sociali pre-
operatorie, come il pointing (Camaioni et al, 2003), l’imitazione (Custance et al., 2014) e l’attenzione all’altro (Bruckner &
Yoder, 2007). Alcuni studi hanno evidenziato difficoltà nell’imitare l’uso non convenzionale degli oggetti (Stone et al.,
1997), mentre altri riportano che i bambini autistici in età prescolare presentano maggiore facilità nell’imitare l’uso
convenzionale dell’oggetto (Bruckner & Yoder, 2007). Inoltre, attività relative all’oggetto favorirebbero: una maggiore
attenzione congiunta con adulti o pari (Korkiakangas et al., 2013; Savarese et al., 2017); l’imitazione motoria (Ingersoll &
Gergans, 2007); la comunicazione intenzionale con un partner sociale (Taylor et al. 2007). Infatti, l’oggetto diviene
mediatore per l’attenzione e per l’interazione con partner sociali (Phillips et al.,1995; Iannaccone, 2015).
OBIETTIVI ED IPOTESI
OBIETTIVI ED IPOTESI
Gli obiettivi del presente studio sono stati: a) individuare se
l’“azione/interazione attraverso l’oggetto (“funzioni
materiali degli oggetti”) potesse essere associata, in
bambini autistici (DSA), alla manifestazione di “funzioni
sociali”: dichiarativa (pointing); imitativa; di attenzione al
richiedente (l’adulto osservatore); b) identificare una
sequenza di azioni che facilitasse l’emergere delle funzioni
sociali.
METODO
METODO
Lo strumento utilizzato è una scheda di osservazione ad
hoc, con 9 aree che indagano le caratteristiche e le
funzioni socio-materiali degli oggetti.
Abbiamo suddiviso i partecipanti(di età prescolare, DSA e
con competenze nel linguaggio verbale) in:
- gruppo 1: 18 bambini che, a seguito di precedenti
osservazioni, avevano agito ed interagito attraverso
l’oggetto (perché manipolato, osservato, compreso nell’uso
e qualche volta denominato);
- gruppo 2: 25 bambini, che, a seguito di precedenti
osservazioni, non avevano agito ed interagito con e
sull’oggetto.
Ogni osservazione ha avuto una durata media di 26 minuti
ed è stata trascritta su un protocollo costruito ad hoc.
I bambini sono stati osservati in interazione con un
oggetto, un gioco a loro scelta tra quelli di movimento, di
costruzione, sensoriali, simbolici.
RISULTATI E CONCLUSIONI
RISULTATI E CONCLUSIONI
Risultati
I bambini del gruppo 1 hanno presentato maggiori funzioni
sociali di quelli del gruppo 2: pointing (60%); imitazione
(90%); attenzione al richiedente (60%).
Attraverso un’analisi fattoriale, è stata identificata, ma solo
per il gruppo 1, una componente (>.5) relativa ad una
sequenza fissa di azioni: 1) prendere l’oggetto in maniera
spontanea; 2) indicarlo, manipolarlo ed esplorarlo; 3)
attraverso l’oggetto, cercare il contatto oculare con
l’adulto; 4) utilizzare l’oggetto assieme all’adulto in
maniera convenzionale.
Conclusioni
I nostri dati hanno evidenziato una presenza più marcata
delle funzioni sociali nei bambini autistici che avevano
fatto esperienza delle funzioni materiali degli oggetti
(Iannaccone et al., 2016; Manzi e Savarese, 2017;
Savarese et al., 2017).
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